Le Nostre Interviste
Intervista a
Ora 4
Redazione: Partiamo subito dal brano che vi ha fatto vincere il contest.
San Giuliano è un pezzo molto particolare, sia per il tema trattato che per l’ironia sottile.
Cosa vi ha ispirato nella sua creazione?
Ora4 - L'ispirazione è venuta semplicemente osservando la realtà.
Un personaggio pubblico che, per via di alcune sue azioni, ha scatenato un'ondata d'ironia.
La canzone non vuole essere una critica diretta alla persona, ma piuttosto un'analisi scherzosa di un fenomeno che, a nostro avviso, è molto comune: la tendenza a tollerare o perdonare il potere anche quando si dimostra inadeguato e grottesco.
L'ironia, in questo caso, vuole essere un modo per far riflettere il pubblico.
Redazione: Il testo del brano affronta la questione dell’istruzione e del merito, evidenziando come, spesso, il successo dipenda più dalle connessioni che dall’impegno.
Come è nato questo messaggio?
Ora4 - Gli accadimenti di cronaca politica ci hanno ispirato un testo critico verso la società contemporanea, la quale, in larga parte, sembra credere che il successo nella vita non dipenda tanto dallo studio, quanto piuttosto dal “pregare il santo giusto”.
In altre parole, il testo mette in evidenza come le relazioni politiche e le connessioni influenti possano avere un peso maggiore dell'impegno personale e del merito accademico.
Il personaggio, nonostante abbia collezionato innumerevoli gaffes che mettono in discussione proprio le sue competenze nel settore culturale, ha raggiunto una posizione di grande prestigio.
Il messaggio sottinteso è: “Se ce l'ha fatta lui, anche tu, che non hai una sufficienza, puoi farcela”.
Redazione: Il brano è stato scritto da Roberto Pagliari, il bassista del gruppo.
Potete raccontarci qualcosa di più sul processo di scrittura e composizione?
Ora4 - Risponde Roberto:
Il cognome del ministro, simile a quello del santo, mi ha fatto sorridere ed ho pensato che ci si potesse scrivere una canzone.
In quasi tutti i nostri brani partiamo da un concetto base ispirato da fatti reali o dalla cronaca, poi scrivo di getto molte frasi, le canticchio e scelgo quelle che suonano meglio.
Infine provo varie sequenze di accordi strimpellando e accennando qualche melodia. Faccio molte registrazioni a casa col telefonino e poi scelgo solitamente una strofa un ritornello e un ponte.
Infine durante le prove col gruppo condivido la mia idea.
Insieme lavoriamo per trovare la struttura, la ritmica e la melodia giusta.
È sempre un lavoro di squadra, un processo creativo che ha coinvolge tutti.
Ognuno da il suo contributo, offrendo feedback, idee e stroncature, fino a quando arriviamo alla versione finale.
Redazione: Parliamo del contest. Com’è stata la vostra esperienza con Diffusioni Musicali?
Cosa ha significato per voi vincere questo premio?
Ora4 - Partecipare a Diffusioni Musicali è stata un'esperienza davvero emozionante, un vero e proprio viaggio nella scoperta del nostro potenziale come gruppo.
Il momento della vittoria? Un'emozione indescrivibile, una conferma che il nostro lavoro, la nostra passione, erano stati apprezzati.
Redazione: Avete iniziato come cover band e oggi proponete anche brani inediti.
Come è cambiata la vostra musica nel tempo e qual è il vostro approccio quando riarrangiate canzoni famose?
Ora4: La nostra storia inizia con le cover, un'esperienza fondamentale per la nostra crescita musicale.
È stato come un laboratorio, un'occasione per sperimentare diversi generi, per affinare le nostre tecniche e per imparare a suonare insieme.
Ma con il tempo, il desiderio di esprimerci con la nostra musica è diventato sempre più forte.
Così, abbiamo iniziato a comporre i nostri brani, a raccontare le nostre storie, a dare voce alle nostre emozioni.
Facendo cover non vogliamo riprodurre fedelmente le versioni originali, ma cerchiamo di dare un'impronta personale, di reinterpretarle con il nostro stile acustico.
Questo processo creativo ci permette di esplorare nuove soluzioni musicali, di sperimentare e di scoprire nuove sfumature e di distinguerci dalle altre cover band.
Redazione: Il vostro repertorio è molto vario, spazia dal pop al rock, blues e jazz.
Quali sono le influenze musicali che più vi ispirano e come avete scelto il vostro sound?
Ora4: C'è chi di noi è cresciuto a pane e rock, con un debole per le sonorità potenti e i riff di chitarra esplosivi.
Altri invece sono stati conquistati dalla melodia e dalla dolcezza del pop, o dalla profondità e dall'intensità del blues.
E poi c'è chi si è lasciato incantare dalle armonie complesse e dall'eleganza del jazz.
Questo mix portato sul palco con una strumentazione acustica ha dato forma a quello che siamo oggi.
Redazione: Siete un gruppo con membri dalle diverse esperienze musicali.
Come avete trovato l’equilibrio perfetto tra di voi?
Ora4: Il segreto è stato la condivisione, la collaborazione e il rispetto reciproco.
Ognuno di noi ha portato il suo talento, e la sua visione musicale, e abbiamo imparato a lavorare insieme, a valorizzare le differenze e a creare qualcosa di nuovo e originale che ognuno di noi singolarmente non avrebbe potuto realizzare.
Redazione: Ci ha incuriosito la storia del nome Ora4.
Potete spiegarci il significato dietro questo nome e come è nato?
Ora4: "Ora4" significa "Adesso siamo in 4!".
Questo nome rappresenta l'unione di quattro amici appassionati di musica, ognuno con esperienze diverse e interessanti nel panorama musicale.
Tutto è iniziato come un duo, chitarra e voce, poi quando si è unito il percussionista, il gruppo si è chiamato "Ora3".
L'arrivo del basso ha completato la nostra formazione ed è stato proprio in quel momento, con l'arrivo del quarto membro, che abbiamo deciso di cambiare nome. Ora4,
Redazione: Sabrina, ci racconti un po’ della tua esperienza come cantante e come sei cresciuta musicalmente nel corso degli anni?
Ora4: Risponde Sabrina:
La musica ha sempre fatto parte di me e non posso proprio farne a meno.
Fin da bambina sognavo di stare su uno di quei grandi palchi che vedevo in tv, ma le opportunità che offriva al tempo un paese di provincia come Arcola erano veramente rare.
Così, a parte le recite scolastiche, eventi di quartiere o iniziative di associazioni locali, ho potuto iniziare il mio vero percorso musicale da adolescente: con il canto moderno, imparando le basi e sviluppando la mia voce.
Poi, ho avuto la fortuna di collaborare con diversi musicisti e band, esplorando generi musicali diversi e affinando le mie abilità.
Nel mio “periodo Jazz” ho imparato a “domare” e utilizzare appieno la mia estensione.
E’ proprio questo che ha dato colore e sfumature alla mia voce.
Col passare del tempo è emersa la mia capacità di emozionare il pubblico, che mi ha veramente sorpresa e, contestualmente, mi ha fatto capire il vero obiettivo di questo meraviglioso linguaggio universale che è la musica: puoi avere una voce meravigliosa ed una tecnica impeccabile, ma se non “arrivi” a chi ascolta non serve a nulla!
Oggi, come parte di Ora4, sento di aver trovato la mia voce e il mio posto nel mondo musicale.
Ogni giorno è un'opportunità per imparare, crescere ulteriormente ed ricevere dal pubblico quel calore che ti scalda il cuore."
Redazione: Guardando al futuro, avete progetti per nuove uscite musicali o collaborazioni?
Quali sono i vostri obiettivi a lungo termine come band?
Ora4: Stiamo lavorando a nuovi brani che esplorano generi diversi, mantenendo sempre la nostra essenza acustica.
Vogliamo che ogni canzone racconti una storia unica e tocchi le emozioni del nostro pubblico.
Siamo aperti a collaborare con altri artisti, sia locali che nazionali ma soprattutto vogliamo raggiungere nuovi ascoltatori e far conoscere la nostra musica a un pubblico più ampio.
Adesso stiamo organizzando concerti estivi in locali, festival ed eventi in varie città, per condividere la nostra musica dal vivo e connetterci direttamente con le persone.
Perché è ciò che ci piace fare.
Redazione: Prima di salutarci, volete lasciare un messaggio ai vostri fan e agli ascoltatori che vi seguono?
Ora4: A tutti i nostri fan e lettori, un enorme grazie per il vostro continuo supporto! La vostra passione per la nostra musica è la nostra più grande fonte di ispirazione.
Sappiate che ogni nota che suoniamo è dedicata a voi. Continuate a seguirci, perché abbiamo tante sorprese in serbo per voi! Non vediamo l'ora di condividere la nostra musica con voi e di creare nuove emozioni insieme.
Segui Ora4 su:
🔗 Instagram
🔗 Sito web
Intervista a
Etna DJ
Redazione: Ciao Etna DJ, parlaci del tuo percorso: quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?
Etna DJ: Gia da bambino iniziai ad ascoltare in radio la dance anni 90 e da ragazzino iniziai a comprare le compilation, mi colpii Proximus di Picotto contenuta in una compilation dance molto famosa. Poi a 16 anni un amico mi porto' da Milano una compilation di techno music.
Ascoltando le varie tracce mi appassionai a questo genere così adrenalinico.
Poi iniziando ad andare in discoteca, rimasi affascinato dalla figura del dj, per me era come un dio che decidendo la musica da suonare e miscelando le varie tracce, riusciva a far ballare una folla di gente così diversa ed allora decisi di imitarlo.
Con i primi lavoretti mi comprai 2 piatti, un mixer, una cuffia e 2 casse, ed i primi dischi, e iniziai a suonare il mio genere preferito, la techno, per trasmettere le emozioni che genera questa musica.
Redazione: Come descriveresti il tuo stile musicale e quali sono state le principali influenze che ti hanno portato a concentrarti sulla techno?
Etna DJ: Il mio stile musicale è un mix tra melodico ed energetico.
Le mie influenze derivano dalla techno e la trance degli anni 90.
Prendo ispirazione dai programmi che andavano in radio in quei tempi: From disco to disco, vitamina H e zero db, e festival come la love parade e la street parade.
Sicuramente l'etichetta discografia BXR con le sue produzioni ha influito molto del mio stile.
Redazione: Ci puoi raccontare come è nata l'idea di Trip e cosa distingue questo format radiofonico dagli altri?
Etna DJ: L'idea di Trip è nata per scommessa, su me stesso.
Fare un format sulla techno music, il mio genere preferito, in un paese come l'Italia dove è considerato un genere di nicchia, per far conoscere e apprezzare questo genere a chi non lo conosce e per far avere un riferimento a chi già lo balla e lo ascolta, ed i risultati mi stanno dando ragione
Redazione: Il format Trip propone una selezione di tracce techno che spaziano da sonorità melodiche a quelle più acide e dure.
Come scegli le tracce da mixare e cosa cerchi di trasmettere con i tuoi mix?
Etna DJ: Le tracce le scelgo con accuratezza. Ascolto molti brani prima di scegliere quelle che suonerò.
Guardo sia quelle che sono nelle classifiche, ma quelle di artisti non conosciuti, che magari faranno il botto. Vado anche alla ricerca di remix in chiave techno di tracce famose di altri generi, di mashup sempre di artisti non conosciuti e inserisco qualche traccia di dischi storia che stanno bene con la musica odierna.
Nei miei mix cerco di trasmettere emozioni, quali gioia e grinta.
La musica genera emozioni ed io cerco di trasmettere quelle positive
Redazione: Lavori con artisti emergenti e affermati.
Che valore dai alla scoperta di nuovi talenti nel panorama techno?
Etna DJ: Ci devono essere sempre nuovi talenti e questo riguarda anche me.
Ci vogliono sempre facce nuove che portano novità, che naturalmente imparino da quelli già affermati.
È una cosa molto importante e da tenere in considerazione ed essi devono essere aiutati ad emergere, affinché sbocci il loro talento
Redazione: Nel corso della tua carriera hai suonato in molti locali e discoteche, non solo a Catania.
Quali sono stati i momenti più significativi e come pensi abbiano influenzato il tuo lavoro oggi?
* Il più significativo è stato quello di suonare al moskito per il music village a Catania, un grande festival che si faceva fino a pochi anni fa.
È stata una bellissima esperienza che ha cambiato il mio modo di pensare e vivere in questo mondo.
Ma comunque qualsiasi esperienza che ho avuto nei piccoli club mi ha aiutato a crescere, a prendere sicurezza in me e le collaborazioni mi hanno aiutato a entrare in questo mondo ed a imparare dai dj affermati ed esperti
Redazione: Oltre alla tua attività di DJ, stai lavorando anche su produzioni musicali. Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti?
Etna Dj: Al momento sto lavorando al remix di Second House di Ares.
Posso dirvi che questa canzone da house diventerà techno, di quella molto energetica.
Poi ho intenzione di fare dei remix di tracce che per me hanno significato tanto, di qualunque genere musicale.
Alla fine di questo percorso inizierò a lavorare al mio primo album, fatto sia di tracce techno con lo stile attuale, che di tracce strumentali che sperimentali che non per forza siano techno.
Redazione: Il panorama della musica elettronica è in continua evoluzione.
Come vedi il futuro della techno e quali sono i trend che ti entusiasmano di più?
Etna Dj: Il futuro della techno lo vedo sempre più roseo.
Riprendendo alcune sonorità oldschool degli anni 90 e i primi anni 2000, credo che ritornerà ai fasti di quegli anni, con l'affermarsi dei festival e il ritorno dei grandi rave.
I DJ che suonano sonorità underground più vicino all'house, ma anche DJ di musica commerciale, hanno fatto nell'ultimo anno delle tracce techno che sono andate anche bene.
Come trend seguo la peak time, la techno con un misto tra melodico ed energetico, che sta spopolando a livello più commerciale.
Redazione: Hai qualche consiglio per i giovani DJ e produttori che vogliono farsi strada nel mondo della musica techno?
Etna DJ: Ai DJ posso dire di provare e provare sempre, mai arrendersi.
Provare a farsi strada attraverso i social e le web radio.
Imparare dai dj più esperti e stringere collaborazioni.
Ai giovani produttori dico di imparare bene il software che si usa, provare sonorità nuove, sperimentare e non copiare gli altri.
Redazione: Infine, cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi da Etna DJ e dal tuo format Trip?
Etna Dj: Da me potete aspettarvi nuove collaborazioni, sto dialogando con due realtà techno catanesi, che produca delle tracce che faccino ballare fino allo sfinimento e più presenza sui social. Riguardo Trip, propongo sempre tracce nuove, quindi sempre novità musicali e una maggiore visibilità del format attraverso le radio.
Segui Etna DJ su:
🔗 Instagram
Intervista a
Dom-Beta
Redazione: Raccontaci qualcosa di te: chi è Dom-B e come è iniziato il tuo percorso nella musica?
Dom-B: Ho scoperto la mia passione per la musica durante l'adolescenza, in un periodo segnato dalla pandemia da COVID-19. Mentre terminavo il mio percorso scolastico, ho trovato nella musica una via d'espressione. Supportato dai miei amici e dai social, ho iniziato a scrivere i miei primi testi, ispirato dalle delusioni personali e dall'esperienza della quarantena.
Un momento chiave della mia carriera è stato la presentazione di un brano sulla Prima Guerra Mondiale agli esami di maturità, che ha lasciato tutti a bocca aperta. Determinato a perfezionare la mia arte, ho intrapreso corsi di musica, affinando la mia voce e imparando a creare basi musicali.
Redazione: Hai scoperto la tua passione durante l'adolescenza, in un periodo segnato dalla pandemia.
Come ha influenzato quel momento la tua musica e la tua crescita personale?
Dom-B: DURANTE LA QUARANTENA AVEVO MOLTO TEMPO LIBERO E HO INIZIATO A SCRIVERE I MIEI PRIMI PEZZI. I MIEI PRIMI TESTI PARLANO DELLE MIE DELUSIONI IN AMICIZIA E DI COME QUESTO MI FACEVA SENTIRE.
Redazione: Il tuo nuovo singolo si intitola Accordi e Ricordi. Puoi spiegarci il significato dietro a questo brano e cosa rappresenta per te?
Dom-B: IN QUESTO BRANO ACCORDI E RICORDI ESPRIMO LE EMOZIONI CHE LA MUSICA MI FA PROVARE. QUANDO CI SONO MOMENTI BELLI O MOMENTI BRUTTI, LA MUSICA MI RENDE SEMPRE PIÙ CARICO E ALLEGRO. NEI MOMENTI TRISTI IN CUI DEVO LOTTARE CON I PROBLEMI DI TUTTI I GIORNI ALZO IL VOLUME AL MASSIMO E AZZERO I PENSIERI NEGATIVI. QUESTO MI PERMETTE DI METTERE DA PARTE LA TRISTEZZA E DI RAGGIUNGERE TRAGUARDI SEMPRE PIÙ GRANDI.
Redazione: Nel testo parli di lotte personali e della forza della musica nei momenti difficili.
Quanto è importante la musica nella tua vita quotidiana?
Dom-B: La musica rappresenta per me una priorità assoluta.
La ascolto costantemente durante tutta la giornata, sia per momenti di svago che per motivi di studio.
Redazione: Qual è stato il processo creativo dietro Accordi e Ricordi? Hai scritto prima il testo o la musica?
Dom-B: Il testo di questo brano è stato concepito per primo, prendendo ispirazione dalla visione di un film incentrato sui viaggi nel tempo.
Da questa ispirazione è nato il brano.
Redazione. Sei molto attivo sui social, e hai un forte legame con i tuoi fan. Come ti relazioni con loro e quanto è importante per te il loro supporto?
Dom-B: DOPO AVER PUBBLICATO QUESTO BRANO, I MIEI AMICI E I MIEI FAN SI SONO MOSTRATI ANCORA PIU VICINI, SUPPORTANDOMI SEMPRE, ANCHE SE ALL'INIZIO ERANO INCREDULI PER QUESTA NUOVA PUBBLICAZIONE.
Il loro supporto è per me importantissimo, mi piace che loro mi chiedano quando uscirà un nuovo brano e che mi facciano i complimenti.
Redazione: Hai anche raccontato che i tuoi genitori ti hanno sostenuto nel tuo progetto musicale. Che ruolo ha avuto la tua famiglia nel tuo percorso artistico?
Dom-B: La mia famiglia ha sempre sostenuto questa mia passione.
Quando hanno compreso che non si trattava di un hobby passeggero, hanno deciso di iscrivermi a un corso di musica per permettermi di affinare la mia voce e sviluppare le mie abilità.
Redazione. Hai già pubblicato altri brani o lavori di cui vai particolarmente fiero?
Raccontaci uno dei tuoi successi fino ad oggi.
Dom-B: Il mio primo brano è stato "Comando Rapido" e attualmente sto lavorando a un nuovo pezzo che verrà rilasciato prossimamente.
Redazione: Sei un artista giovane e emergente: quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Dove ti vedi nei prossimi anni?
Dom-B: Nel corso dei prossimi anni, auspico di poter proseguire su questo percorso, migliorando costantemente le mie capacità e regalando momenti di intrattenimento ai miei fan attraverso la mia musica, poiché il loro supporto rappresenta per me un punto di riferimento fondamentale.
Redazione: Quali artisti ti hanno maggiormente ispirato nel tuo percorso musicale?
Dom-B: Gli artisti che seguo di più sono: Gué, Marra Salmo e kid Yugi.
Redazione: Il mondo della musica è in continua evoluzione. Come riesci a mantenere la tua originalità e a distinguerti nel panorama musicale attuale?
Dom-B: Mantengo la mia originalità e mi distinguo nel panorama musicale attuale concentrandomi sull'espressione autentica di me stesso.
Credo che sia fondamentale rimanere fedeli alle proprie esperienze, emozioni e ispirazioni, poiché è lì che risiede l'unicità di ogni artista.
Cerco di raccontare storie genuine attraverso i miei testi, riflettendo sulle mie esperienze personali e sulle sfide che ho affrontato
Redazione: C'è un messaggio che vuoi trasmettere con la tua musica a chi ti ascolta?
Dom-B: Attraverso la mia musica, desidero trasmettere un messaggio di speranza e resilienza.
Voglio che chi mi ascolta trovi conforto e forza nelle mie canzoni, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Ogni brano che compongo è ispirato da esperienze personali e dalle sfide che ho affrontato, e spero che le mie parole e melodie possano risuonare con le esperienze degli altri e offrire loro un senso di comprensione e connessione.
Redazione: Qual è stata l'esperienza più significativa o indimenticabile che hai vissuto da quando hai iniziato la tua carriera musicale?
Dom-B: L'esperienza più significativa è stata la registrazione audio e video del mio brano.
Mi sentivo come un cantante professionista e questo mi ha infuso una straordinaria energia e determinazione.
Redazione: Hai in programma nuove uscite o progetti che puoi anticiparci?
Dom-B Certo! Un nuovo brano sarà pronto nei prossimi mesi!
Segui Dom-Beta su:
🔗 Instagram
🔗 SpotiFy
Intervista a
Viviana Laffranchi
Redazione: Complimenti per il doppio trionfo a Sanremo 2025!
Come vi sentite dopo questa straordinaria esperienza?
Viviana L.: Grazie dei complimenti, che dire.. è stato fantastico, un’emozione difficile da descrivere. Vincere un premio proprio nella settimana sella musica nella città dei Fiori è una cosa che non capita tutti i giorni!
Redazione: Il vostro brano “Profumo di blu” ha conquistato il pubblico di Sanremo. Cosa vi ha ispirato nella scrittura di questa canzone?
Viviana L: Scrivere “Profumo di blu” è stato davvero semplice, le frasi e le note sono uscite naturalmente e ci hanno emozionato fino a piangerci anche un pò su. Un musicista romano ci aveva sentiti insieme e ci aveva consigliato di scrivere una canzone dove Enea fosse ancora bambino.
Per il colore delle voci insieme che, con la crescita imminente di Enea, presto cambierà e così ci siamo messi al pianoforte..
e voilà il pezzo e nato.
Redazione: La vostra vittoria al premio Award Giovani 2025 rappresenta un grande successo. Cosa significa per voi questo riconoscimento, sia come madre e figlio che come artisti?
Viviana L: La vittoria come madre e figlio rappresenta un messaggio forte per ogni genitore che vede un figlio diventare grande, non solo nel bene, ma anche con tutte le difficoltà che l’essere genitori rappresenta in questa società.
Non è solo favoloso, non c’ è solo il giusto e lo sbagliato, ma siamo esseri umani che sbagliamo e sbaglieremo ogni giorno, pur amando fortemente i nostri figli.
Come artisti invece, è consapevolezza che in questo mondo artistico fatto di autori e talenti brillanti, nel nostro piccolo esistiamo anche noi.
Redazione: Enea, sei giovanissimo, ma hai già molta esperienza musicale.
Come ti senti a collaborare con tua madre in un progetto così importante?
Enea: Devo ringraziare di sicuro la mamma se oggi ho un bagaglio di esperienze già abbastanza importante.
Ho ancora 13 anni e posso tranquillamente suonare con adulti come lei.
Ma spesso sapete, la mia età rappresenta un problema non indifferente.
Capita che io non mi possa esibire, perchè sarebbe considerato come lavoro minorile..
stiamo cercando di capire come facciano gli artisti minorenni di fama nazionale o gli attori bambini, perchè a me adesso non interessa il compenso, ma vorrei potermi portare avanti con la gavetta.
Redazione: Viviana, quali sono le principali sfide e soddisfazioni nel lavorare a fianco di tuo figlio su un progetto musicale?
Viviana L. Lui suona lo strumento meglio di me, ma io sono sempre stata dotata nello scrivere.
Ovviamente lui fa più fatica a creare fraseggi che possano funzionare all’interno di un brano.
Ci sono intere lezioni che si possono fare sulla scrittura di una canzone, Enea studia canto e musica da colleghi, non da me e quando dobbiamo scrivere insieme, deve cercare di staccarsi dal ruolo di figlio.
Redazione: "Profumo di blu" parla del legame tra una madre e il suo bambino.
C’è un episodio o un ricordo personale che vi ha ispirato nella creazione di questo brano?
*Viviana L: I ricordi che sono serviti per concludere il brano sono davvero tanti: i giochi per terra, le poesie prima di addormentarsi, i viaggi in aereo, le litigate, i maglioni della stessa misura.. davvero tante cose.
Redazione: Il singolo “Profumo di blu” è uscito il 7 marzo e ha già ricevuto ottimi riscontri.
Come avete vissuto la reazione del pubblico finora e quali sono stati i commenti che vi hanno colpito di più?
Viviana L: Ogni volta che ci esibiamo dal vivo, qualcuno si commuove.. è bellissimo. Così come è bello vedere che madri e figli ci taggano perchè mettono le loro foto insieme ed in sottofondo c’è la nostra canzone.
È davvero una soddisfazione sapere che le nostre parole sono state capite.
Redazione: Il 22 marzo sarete ospiti del Gala di Miss Cinema a Brescia.
Cosa potrà aspettarsi il pubblico durante la vostra esibizione?
Viviana L: Già! il 22 sarà una grande festa, in un posto nuovo dove di sicuro tante persone non ci conoscono ancora.
Noi ci emozioneremo di sicuro tantissimo e va bene, perchè è così che potremo fare arrivare la nostra emozione nel cuore dei partecipanti all’evento.
Redazione: Enea, hai solo 13 anni ma hai già un repertorio ricco e diverse esibizioni alle spalle. Come bilanci la tua carriera musicale con la tua vita da studente?
Enea: Questo è un anno molto difficile per me.
Sto studiando perché voglio concludere le medie nel migliore dei modi, e contemporaneamente sto preparando gli esami d’ingresso alla scuola superiore che inizierò il prossimo anno.
Un liceo linguistico ad indirizzo europeo dove, per lo più, ci esprimeremo in tutte le lezioni in lingua inglese e tedesca, Però so che poi raccoglierò dei frutti buoni, buoni.
Redazione: Viviana, la tua carriera cantautorale è iniziata molti anni fa e hai collaborato con diversi artisti.
Come hai visto evolvere il tuo percorso artistico fino a questo successo con tuo figlio?
Viviana L: Già! io è da un po’ che ho fatto della musica il imo mestiere.
È dura, spesso è un sacrificio.
C’è chi erroneamente pensa che “andare a cantare” sia un divertimento fine a se stesso.
La gente non può immaginare che invece, come ogni attività, va studiata e maturata nel tempo e che ci sono le soddisfazioni, ma anche le responsabilità e i problemi del caso.
A Sanremo ero già stata finalista di Area Sanremo, esperienza formativa ricchissima per me, fu quello il momento in cui mi resi conto di avere delle potenzialità.
Oggi lavoro tantissimo sia con i live, sia come insegnante di canto in accademia.
Redazione: Quali emozioni provate nel condividere non solo il palco ma anche il processo creativo?
Viviana L. Scrivere insieme è bello e brutto.
Bello alla fine e brutto in certi momenti nella maturazione del pezzo.
Hahah Sì, perchè quando non ci capiamo non abbiamo pazienza e ci arrabbiamo un po’… solo un po’ è, perchè poi nascono cose belle e l’emozione supera qualsiasi tipo di emozione!
Redazione: Avete in programma altri progetti musicali insieme per il futuro?
Magari un album completo?
segui i mezzaestate sui social
Viviana l: Chissà, da parte mia (Viviana) non smetterei mai di confrontarmi con Enea, lui fra non molto dovrà assolutamente trovare stimoli diversi e camminare con le proprie gambe.
Sicuramente un paio di stagioni insieme ci saranno e qualche brano lo coscriveremo ancora, ma siamo entrambi curiosi di scoprire cosa la musica riserverà ad Enea.
Di certo quello che ho saputo inculcargli è la consapevolezza di essere Musicista prima (studiare con dedizione e divertirsi a far ascoltar a chiunque quanto appreso e quanto frutto della propria fantasia) e personaggio dopo.
Segui Viviana Laffranchi su:
🔗 Instagram
🔗 SpotiFy
Intervista ai
Mezzaestate
Redazione: Come è nato il progetto “mezzaestate” e qual è stata l'ispirazione principale dietro la vostra formazione?
Mezzaestate: Il progetto mezzaestate nasce nel Dicembre del 2023 a Torino dall’idea di Stefano Calzolari (voce), Brando Ramello (chitarra e voce) e Cesare Piemontese (chitarra), a cui presto si affiancano Mattia Caporrella (batteria) e Gabriele Scotto (basso).
L’idea principale era di dare sfogo alla nostra voglia di comporre canzoni e poterci in qualche modo esprimere e raccontare tramite testi in italiano che riguardano le nostre vite, ma in realtà un po’ le vite di tutti quanti, in particolare chi sta passando quel periodo di transizione all’età adulta che contraddistingue il nostro percorso fino ad ora.
Cerchiamo di raccontare queste sensazioni attraverso un velo di nostalgia mista a ottimismo che possa strappare sul volto di chi ci ascolta lo stesso sorriso che ti viene quando ripensi a dei bei momenti che hai vissuto nel corso degli anni.
Redazione: I membri del gruppo provengono da diverse regioni d'Italia. Come questa diversità geografica ha influenzato la vostra musica e il vostro processo creativo?
Mezzaestate: In realtà, più che le nostre differenze, quello che ha influenzato la nostra musica sono le nostre similitudini.
Ciascuno di noi ha avuto le prime esperienze con gruppi adolescenziali nelle rispettive città di origine sparse per l’italia, dai generi più disparati.
Chi proviene dal metal, chi dal punk, chi dal pop, chi dal rock più classico, chi dal prog.
Quello che è nato come un “conosco gente che suona, vediamoci e capiamo che succede” si è trasformato nell’esigenza che avevamo tutti noi non semplicemente di suonare, ma di raccontarci tramite la musica.
La scelta del genere non è stata davvero una scelta, ma semplicemente l’ unico punto di intersezione fra i nostri vari gusti che consentisse a tutti di esprimerci anche a livello di contenuti e non solo come sound.
Redazione. La scena musicale torinese sembra aver giocato un ruolo cruciale nella vostra formazione.
Potete parlarci di come Torino ha influenzato il vostro suono e la vostra identità musicale?
Mezzestate: Diciamo che il nostro progetto nasce nell’epoca post-covid, quindi germoglia in un campo molto fertile.
Noi tutti eravamo qui a Torino da prima del covid, e ricordiamo benissimo come la scena musicale “underground”, o comunque indipendente, fosse praticamente inesistente all’epoca.
Da dopo il covid, la voglia di incontrarsi è ritornata in maniera travolgente fra le nuove generazioni, e uno dei vantaggi di una città così grande è che permette di incrociare tantissime persone con gli stessi interessi e di generare eventi.
Questa esplosione di concerti e di rinnovato interesse verso la musica dal vivo ha travolto anche noi, e ci ha fatto capire che era possibile raccontarsi tramite le musica e trovare persone disposte ad ascoltarci.
Redazione: . Il vostro stile musicale mescola influenze pop, rock, punk e cantautorali.
Quali artisti o band hanno avuto un impatto significativo sul vostro stile e su come create la vostra musica?
Mezzaestate: Come detto prima, i riferimenti sono variegati e quasi senza senso.
A livello di scrittura Ste si ispira addirittura ai grandi cantautori del passato, da Battisti a Dalla, mentre il suono che gira intorno alle chitarre che grattano e sezioni di batteria ritmate e precise affonda sicuramente le radici nei classici del pop-punk anni 2000 come i Blink-128. Diciamo che “Stella”, il nostro singolo, mette insieme tutti questi elementi in veste quasi sanremese e apprezzabile anche dal mainstream.
Redazione: Il vostro primo singolo, “Stella”, è stato rilasciato in maniera indipendente.
Potete raccontarci qualcosa in più su questo brano e sul processo di produzione?
Mezzaestate: Beh, “Stella” è solo il primo di una serie di brani che abbiamo registrato e prodotto rispettivamente insieme ai nostri amici Samuele Forte e Francesco D’Urso, e che usciranno nel prossimo futuro.
“Stella” è il nostro primo singolo ad essere pubblicato ma è anche il primo pezzo in ordine cronologico ad essere fuoriuscito dal progetto, da un idea di Ste,
il cantante, che ha voluto mettere su il gruppo proprio per poter suonare una canzone scritta tempo prima, in un momento di forte indecisione e instabilità emotiva.
Diciamo che è stata la canzone che da quel momento in poi ha definito il “mood mezzaestate” e il nostro modo di intendere il progetto.
L’abbiamo portata in giro per più di un anno prima che fosse pronta da registrare e siamo molto contenti che tutti possano finalmente ascoltarla, dai nostri amici e fan della prima ora ai perfetti sconosciuti che magari cercando della musica che non se la tira e che viene direttamente dal cuore.
Redazione:. “Stella” parla di un amore giovane e intenso destinato a spezzarsi.
Come avete affrontato il tema dell'amore e della tensione tra sogni e relazioni nei vostri testi?
Mezzaestate: Dal punto di vista lirico la canzone è fortemente autobiografica, e quasi auto-esplicativa.
Il punto è che a volte le relazioni possono affievolirsi, ma questo non deve togliere importanza e significato nei riguardi di ciò che sono state per la vita di chi vi era coinvolto.
A volte si desiderano delle cose diverse, e inseguire i propri sogni, la propria “Stella”, porta inevitabilmente ad allontanarsi, ma ciò non può e non deve fermarci dal perseguirli, conservando nel nostro cuore tutto ciò che l’altro ci ha dato
Redazione: Quali sono le tematiche principali che affrontate nei vostri testi e cosa sperate che il vostro pubblico possa trarre dalle vostre canzoni?
Mezzaestate: Tutto si può riassumere in quello che prima abbiamo chiamato il “mood mezzaestate”: l'obiettivo principale è esprimere e condividere le nostre esperienze — che, in fondo, rispecchiano quelle di molti altri — soprattutto di chi sta attraversando quel delicato passaggio verso l’età adulta che ha segnato anche il nostro cammino.
Vogliamo trasmettere queste emozioni con una sfumatura di nostalgia intrecciata a un senso di speranza, nella speranza di regalare a chi ci ascolta quel sorriso spontaneo che affiora quando ripensi ai momenti felici del passato.
Redazione: Dopo il successo di “Stella”, quali sono i vostri piani per il futuro?
Possiamo aspettarci nuove uscite o esibizioni dal vivo?
Mezzaestttate: Tenetevi forte! Il giorno 28 marzo uscirà il nostro secondo singolo “Mezz’ora”, che preannuncia un EP in uscita in tarda primavera, a cui abbiamo lavorato tanto, e che raccoglierà tutta la “fase 1” del progetto mezzaestate.
Nel frattempo vi aspettiamo il 4 aprile al Barrio a Torino in occasione di Emergenza live contest, e il 26 aprile al Capolinea di Ciriè per ascoltarci dal vivo e passare insieme una bella serata di musica dal vivo!
Redazione:. Mezzaestate sembra evocare un senso di nostalgia e sogno.
Come descrivereste l'essenza del vostro progetto e cosa volete trasmettere attraverso la vostra musica?
Mezzaestate: La nostra musica vuole essere in fondo libera e semplice.
Spogliandoci di vesti cervellotiche ed eccessivamente ricercate di cui la musica indipendente è già piena, cerchiamo di andare dritti al dunque, e raccontare ciò che passa per la testa di tanti ragazzi che si trovano ad affrontare la sfida più difficile della loro vita: crescere.
Redazione: Avete collaborato con altri artisti o band nel corso della vostra carriera?
Se sì, quali esperienze collaborative sono state le più significative per voi?
Mezzaestate: Come avevamo accennato, il contributo del sottobosco musicale torinese è importante, e nominare tutti gli artisti che ci hanno in qualche modo influenzato è davvero impossibile.
Diverse persone con cui abbiamo suonato e che sono diventati nostri amici sono i GTT, i Frenesi, i Supernova da Chieri, Khamilla, i fratelli Hexabrot con cui condividiamo la sala prove… ma di nuovo, l’elenco non è esaustivo!
Redazione: Quali consigli dareste a giovani musicisti che stanno cercando di emergere nella scena musicale italiana?
Mezzaestate: Sicuramente il punto di partenza è avere qualcosa da dire e non cercare di suonare solo perchè si è in grado di farlo.
Poi bisogna avere tanta perseveranza ed essere molto organizzati per riuscire a promuoversi nel modo giusto.
Oggi come oggi c’è davvero tanta gente che fa musica e il livello medio è molto alto.
La differenza è nelle piccole cose.
Ma noi cosa ne sappiamo: siamo i primi che cercano di navigare a vista e non affondare!
segui i mezzaestate sui social
🔗 Instagram
🔗 SpotiFy